Dall’1 al 5 marzo 2017 al Teatro Tordinona – Sala Strasberg
AFTER THE END
di Dennis Kelly
traduzione Monica Capuani
diretto e interpretato da Tommaso Capodanno e Silvia Gussoni
produzione Area06
After the end di Dennis Kelly, capolavoro della drammaturgia inglese contemporanea, diretto e interpretato dagli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” Tommaso Capodanno e Silvia Gussoni.
Dopo un devastante attacco terroristico, Louise si sveglia all’interno di un rifugio antiatomico. A portarla in salvo è stato Mark, amico e collega di lavoro, che per garantire la sopravvivenza di entrambi assume il controllo delle provviste accumulate nel bunker, dove la coppia rimarrà segregata finché le notizie trasmesse alla radio non scongiureranno il pericolo di contaminazioni nucleari. Nell’attesa del cessato allarme le giornate trascorrono lente, fra continui battibecchi e interminabili partite a Dungeons & Dragons. Ma le cose saranno andate veramente così...?
Un testo dal ritmo serrato, che indaga con irresistibile humor gli aspetti più torbidi della paura e dell’amore, e che attraverso un meccanismo teatrale inesorabile sa arrivare allo spettatore acuto e tagliente... come un coltello.
AFTER THE END
di Dennis Kelly
traduzione Monica Capuani
diretto e interpretato da Tommaso Capodanno e Silvia Gussoni
produzione Area06
After the end di Dennis Kelly, capolavoro della drammaturgia inglese contemporanea, diretto e interpretato dagli allievi dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” Tommaso Capodanno e Silvia Gussoni.
Dopo un devastante attacco terroristico, Louise si sveglia all’interno di un rifugio antiatomico. A portarla in salvo è stato Mark, amico e collega di lavoro, che per garantire la sopravvivenza di entrambi assume il controllo delle provviste accumulate nel bunker, dove la coppia rimarrà segregata finché le notizie trasmesse alla radio non scongiureranno il pericolo di contaminazioni nucleari. Nell’attesa del cessato allarme le giornate trascorrono lente, fra continui battibecchi e interminabili partite a Dungeons & Dragons. Ma le cose saranno andate veramente così...?
Un testo dal ritmo serrato, che indaga con irresistibile humor gli aspetti più torbidi della paura e dell’amore, e che attraverso un meccanismo teatrale inesorabile sa arrivare allo spettatore acuto e tagliente... come un coltello.
Elettra, biografia di una persona comune di Nicola Russo
tratto dalle parole di Elettra Romani
elaborazione drammaturgica Nicola Russo, Sara Borsarelli
regia Nicola Russo
con Sara Borsarelli, Nicola Russo
e la partecipazione straordinaria di Elettra Romani
video scene costumi Giovanni De Francesco
luci Cristian Zucaro
suono Jean Christophe Potvin
coreografie Stefano Bontempi
direzione musicale Gabriella Aiello
assistente alla regia e organizzazione Isabella Saliceti
progetto grafico Liligutt Studio
produzione MONSTERA
spettacolo vincitore del E45 Napoli Fringe Festival 2010
Elettra Romani è stata ballerina e poi attrice di avanspettacolo dagli anni 40 in poi. Abbiamo parlato con lei e registrato la sua voce. Abbiamo ascoltato la sua storia, uno spaccato dell’Italia dagli anni venti dal punto di vista di una lavoratrice dell’avanspettacolo che l’Italia l’ha girata in lungo e in largo. La sua voce ci ha parlato del teatro di avanspettacolo dai suoi momenti di gloria al suo lento disfarsi.
Lo spettacolo è una riflessione sul senso del racconto di una vita. Su cosa è possibile raccontare della propria esistenza, su come scegliamo di farlo, sul significato di una biografia.
La storia di Elettra viene narrata in prima persona dai due attori in scena, assumendo di volta in volta aspetti contrastanti e a volte opposti della sua personalità in un monologo a due voci per giocare sul doppio, sulla spudoratezza di dire le parole di una donna di ottantotto anni come se fossero le proprie.
Alle loro spalle un video silenzioso (realizzato dall’artista Giovanni De Francesco) con il volto di Elettra oggi, che guarda un film di cui si indovina lo scorrere delle scene attraverso i riflessi di luce sul suo viso. Il racconto procede a volte come se fosse al presente e a volte come se gli attori ricordassero i ricordi di qualcun altro.
Alle parole del racconto di Elettra si aggiunge un materiale di repertorio di brani dell’avanspettacolo ricavato dai suoi ricordi. Un materiale inedito e preziosissimo proprio perché ricavato dalla memoria di una delle protagoniste di quell’epoca. Siparietti, canzoni, sketch, diventano la punteggiatura dello spettacolo, un’antologia di brani straordinariamente in relazione con la vita avventurosa e tragica della protagonista della storia.
Numeri a volte veri, a volte solo citati, ricordati, come se arrivassero suggeriti dall'immagine proiettata alle spalle degli attori, dalla vecchia signora che guarda riguardata la propria esistenza. Attraverso questi modi diversi ma complementari di raccontare un’unica storia si vuole indagare la biografia di una persona che non è diventata famosa, di una persona comune, ma comunque speciale.
Dal 14 al 19 marzo - Sala Pirandello
"Io Rifiuto"
Scritto e diretto da
Francesca Romana Miceli Picardi
Interpretato da
Marina Cappellini
Manola Rotunno
Aiuto Regia e Tecnico audio luci
Lara Panizzi
Trucco ed effetti
Marzia Croce
Sinossi
Carolina e Carmela non si conoscono.
Ma si ritroveranno a condividere lo stesso spazio, lo stesso "risveglio".
Due donne agli opposti: caratterialmente e fisicamente.
Due donne del Sud, con lo stesso destino: rifiutate e finite nei rifiuti.
Note di regia
Il Sud e' una terra dove le montagne sembrano giganti sonnecchianti e il mare e' un testimone muto.
Tutti ne parlano, pochi lo conoscono veramente.
"Il silenzio e' d'oro" non e' solo un proverbio. Parlare, reagire, rifiutarsi sono tre verbi che fanno rima con pericolo e paura. Ancora oggi.
La storia di Carolina e Carmela e' una ferita che ogni meridionale si porta dentro. Nonostante le lotte e i grandi personaggi che si sono ribellati alla mafia e a quella cosa sporca, che si chiama omertà'.
Due storie "piccole" e dolorose.
Due donne forti e schiacciate, unite in un viaggio onirico, tenero, tragicomico, straziante e irriverente come sa esserlo solo la morte.
Specialmente se a parlare sono i morti "nascosti bene".
Quelli che mai nessuno troverà, quei morti che non avranno mai voce.
Racconto il mio Sud, quello che non vorrei esistesse.
Perché il Sud e' una Donna caparbia e bellissima, senza trucco e con i capelli ricci. Cammina scalza e ha troppe ferite sotto i piedi.
Racconto due anime che hanno scelto di combattere.
Sala Strasberg
21 – 26 Marzo 2017 ore 21:00 Domenica ore 18:00
INTORNO A SALOME’
regia
VIVIANA DI BERT
con
GIULIA PINZARI,
STEFANO VILLANI,
VALERIA DE MATTEIS,
ANDREA FRAU,
FILIZ ERCIYAS
ADRIANO GRECO
Sinossi
"Quel giorno il sole diverrà nero come un sacco di pelo, la luna diventerà come il sangue, e le stelle dal cielo cadranno sulla terra, come i fichi cadono dall'albero e i re della avranno paura."
Nel palazzo di Erode Antipa, dove egli vive con sua moglie, Erodiade, si sta svolgendo un banchetto che vede ospiti giudei, romani ed egizi.
La terrazza del palazzo è illuminata da una splendida ed incatevole luna, che presagirà all'ancella di corte e al Capitano delle guardie, perdutamente innamorato della principessa Salomè, ciò che il profeta Yokaanan annuncia dalla cisterna in cui è stato imprigionato.
Sventura e morte, in una partita a scacchi per il potere, dove il desiderio e il piacere carnale dettano le regole, lasciando che sia proprio la cecità della paura a commettere l'ennesimo omicidio
Dal 23 al 27 Marzo
Compagnia “Libera la Luna” presenta
“Tre donne in mare”
di Vespina Fortuna
Regia di Antonella Maddonni
Tamburino.
Ipotetico futuro prossimo. Gli stati europei sono allo sbando, hanno eretto muri chiudendosi in se stessi e la malavita fa da padrona. Protagoniste della storia sono tre donne, diverse per estrazione sociale ed età, alla ricerca di nuove possibilità partono in barca a vela, un viaggio difficile nel quale riscopriranno se stesse e impareranno a conoscersi l’un l’altra. Ce la faranno a ricostruirsi una nuova vita insieme?
Testo inedito della scrittrice Vespina Fortuna. Compagnia Libera la Luna. Regia di Antonella Maddonni.
Con Silvana Biagini, Gloria Cinque e Francesca Ricciardi. Scene Paolo Pioppini.
Compagnia “Libera la Luna” presenta
“Tre donne in mare”
di Vespina Fortuna
Regia di Antonella Maddonni
Ipotetico futuro prossimo. Gli stati europei sono allo sbando, hanno creato barriere ed eretto muri chiudendosi in se stessi. Ormai è la malavita a farla da padrona senza più controlli. Chi può scappa in mare, ripercorrendo a ritroso il viaggio dei migranti d’un tempo. La meta è l’Africa: un luogo ritornato alla pace dopo tante sofferenze, pronto ad accogliere ed ad essere ricostruito.
Protagoniste della storia sono tre donne:
Maria, una madre coraggiosa che ha sacrificato la propria vita per salvare la figlia;
Emma, una giornalista che si è presa a cuore la vicenda di Maria;
Consuelo, figlia adolescente di Maria, all’oscuro del sacrificio materno, cresciuta con i nonni e, credendosi abbandonata dalla madre, si è affidata ingenuamente alle mani di un uomo senza scrupoli.
Tre donne diverse, in fuga dalle violenze subite e alla ricerca di nuove possibilità, partono in barca a vela facendo rotta verso l’Africa, un viaggio lungo e difficile nel quale riscopriranno se stesse, i propri sentimenti e impareranno a conoscersi l’un l’altra.
Ce la faranno a ricostruirsi una nuova vita insieme?
Note di regia.
Il testo è ovviamente molto attuale, ma capovolge il nostro punto di vista rispetto al fenomeno dell’immigrazione: e se fossimo noi costretti a fuggire dal nostro paese?
Qui la prospettiva è dalla parte di tre donne, diverse per estrazione sociale ed età.
Protagoniste della scena saranno le loro voci e le loro emozioni.
L’allestimento scenografico farà da sfondo ai diversi episodi, al trascorrere del tempo su una barca che scandirà il passaggio tra le diverse fasi emotive e di crescita delle tre protagoniste.
L’autrice.
Testo inedito di Vespina Fortuna, questa la prima messa in scena.
Animo inquieto, cuor gentile. E’ la definizione migliore per descrivere in quattro parole, quattro, l’essenza di Vespina Fortuna. Inquietudine e gentilezza sono infatti gli elementi che nei suoi romanzi, fiabe, racconti o drammaturgie camminano sempre insieme intrecciandosi. Più che storie le sue, sembrano orditi nei quali descrive con amore i propri personaggi rammendando con ago e filo gli strappi prodotti dal loro lato peggiore e dalle debolezze. I suoi ricami letterari, così delicati e aggraziati, arrivano al cuore in punta di piedi con l’intento di spingerci a guardare con benevolenza anche l’altra faccia della medaglia, quella in ombra.
Libri pubblicati: “Il principe di Udjana”, ed. L'Oleandro Arga;“La leggenda dei Plunolingi. Il popolo del sottosuolo” ed. Fefè collana Ologrammi poetici; “Quatruo corpuli et quatruo capulei. Tre fiabe mitologiche scritte in una lingua misteriosa” ed. Fefè collana MiniFefè.
Tamburino.
Ipotetico futuro prossimo. Gli stati europei sono allo sbando, hanno eretto muri chiudendosi in se stessi e la malavita fa da padrona. Protagoniste della storia sono tre donne, diverse per estrazione sociale ed età, alla ricerca di nuove possibilità partono in barca a vela, un viaggio difficile nel quale riscopriranno se stesse e impareranno a conoscersi l’un l’altra. Ce la faranno a ricostruirsi una nuova vita insieme?
Testo inedito della scrittrice Vespina Fortuna. Compagnia Libera la Luna. Regia di Antonella Maddonni.
Con Silvana Biagini, Gloria Cinque e Francesca Ricciardi. Scene Paolo Pioppini.
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